Dintorni – Spoleto e non solo

 

Borghi e luoghi da visitare nei dintorni dell’albergo

Nell’area tra Foligno, Spoleto e la Valnerina, antichi e solidi invisibili legami si intrecciano fra arte e natura, completandosi a vicenda in varie forme e modi attraverso le epoche. Legami preziosi che si riscontrano nella magnificenza del paesaggio, modellato nel corso dei secoli dall’opera umana, che sin dai tempi più antichi ha abitato questa valle.

Campello sul Clitunno

Situato tra Assisi e Spoleto, immerso negli uliveti che ricoprono le colline umbre che circondano la valle del Clitunno, Campello è un piccolo affascinante borgo medievale.
L’attrattiva della zona sono le Fonti del Clitunno, un insieme di sorgenti, già famose in epoca romana, che formano un laghetto, e la cui bellezza bucolica è stata cantata nell’antichità classica da Plinio, Virgilio e Properzio e, in tempi più recenti, da Lord Byron e dal Carducci, che ad esse dedicò l’ode “Alle Fonti del Clitunno”.
Poco distante sorge il Tempietto del Clitunno, costruzione di origine paleocristiana di notevole pregio architettonico.
Ricco di storia è anche il Castello di Campello Alto, costruito da Rovero di Champeaux, barone di Borgogna, fra il decimo e l’undicesimo secolo

Il territorio di Campello fu abitato prima dagli Etruschi e poi dai Romani, e dopo la caduta dell’Impero Romano le sue principali vicende storiche si intrecciano con quelle della vicina città di Spoleto. Nel XIV secolo divenne libero Comune, ma per poco. Dopo l’Unità d’Italia, solo nel 1930, Campello sul Clitunno divenne definitivamente Comune autonomo.

Numerose sono le manifestazioni che si susseguono nel corso dell’anno: dal Mercato dell’Antiquariato, dell’Usato e del Collezionismo, che si tiene ogni prima domenica del mese nella frazione di Pissignano, alle sagre dei prodotti tipici umbri (trota, tartufo, lenticchia) che hanno luogo fra luglio e agosto, alla Festa medievale di Campello Alto, rievocazione storica in costume, a Frantoi aperti (gennaio). Prodotto tipico di Campello è l’olio extravergine di oliva.

Spoleto e la Valle Spoletana

Nella Valle Spoletana, un’ampia ed estesa pianura ricca di castelli, chiese e suggestivi borghi, troviamo i comuni di Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria e Spoleto.

Spoleto ha una storia millenaria, testimoniata nel suo centro storico ricco e stratificato di vestigia del passato, dove antiche pietre romane, magari poste a basamento di un edificio medievale, si affiancano preziosi bassorilievi, affreschi, fontane, capitelli.
Di notevole pregio artistico è il Duomo, mirabile esempio di architettura romanica, a cui fu aggiunto nel Quattrocento il porticato rinascimentale ad opera di Antonio Barocci. All’interno si possono ammirare gli affreschi del Pinturicchio e di Filippo Lippi.
All’epoca romana risalgono il Ponte sanguinario, costituito da blocchi di travertino che compongono tre arcate; l’Arco di Druso, eretto nel 23 d.C., che introduceva al foro; l’elegante casa romana, del I secolo d.C., decorata con mosaici ancora intatti, appartenuta alla madre dell’imperatore Vespasiano.

I monumenti simbolo di Spoleto sono il Ponte delle Torri e la Rocca Albornoziana; il primo è un antico acquedotto, che, grazie alla sua altezza di 82 metri, è il più alto ponte antico in muratura d’Euopa. La Rocca sorge su un colle da cui domina la valle e Spoleto; progettata come solida ed imponente fortezza, ma anche comoda residenza, ebbe ospiti illustri, fra cui numerosi pontefici e Lucrezia Borgia.

Trevi

Ricordata da Plinio il Vecchio come una delle più antiche città umbre, fu in seguito dominio dei Longobardi, devastata poi dai Saraceni e dagli Unni. Agli inizi del Duecento si costituì in libero comune, per poi tornare sotto il diretto dominio dello Stato Pontificio sino all’Unità d’Italia. Cantata da Giacomo Leopardi, che visitò la città nel suo viaggio da Recanati a Roma, conserva testimonianze romane e medievali, e interessanti edifici di epoca rinascimentale. Arroccata sui pendii del monte Serano, immersa negli ulivi, Trevi è uno dei “Borghi più belli d’Italia”.